mercoledì, giugno 28, 2006

Difficile sapere troppo...
Difficile essere troppo sensibili...
Difficile stare a guardare...
I miei occhi vedono dentro. La mia testa sa tanto. Il cuore sa tutto.
A volte è difficile...
essere così.


"Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca. Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie. Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale. Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca. Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo“, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili. Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi. La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze. Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza. Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione. Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano."

Tratto da: "Favole al telefono" di Gianni Rodari


Come potrei aggiungere altre parole...
dopo tanta poesia?


lunedì, giugno 26, 2006

C'é chi ride solamente con la bocca.
Ho impiegato ventitré anni per imparare a sorridere anche con lo sguardo... quando ci riesci è perché qualcosa è cambiato, perché finalmente hai trovato te stesso.
Tutto sembra più bello... se guardi il mondo con occhi sorridenti anche lui finirà per sorriderti.


"Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita ti risponde."
Alessandro Baricco

Ai miei angeli
senza ali.

martedì, giugno 20, 2006


"Vorrei aver immerso le mie mani di carne
nei fiori tondeggianti pieni di api,
nello specchiante cuore di fiamma
della luce vitale, un sole d’estasi.
A che servono petali o antere
o le aureole? Larve, illusioni
del cuore profondo, la fiamma centrale!
Tutto è tuo, o giovane che passi;
entra nella sala del banchetto pensandoci;
non sgattaiolarci come preso dal dubbio
se tu sia il benvenuto – il festino è per te!
E non prender solo un poco, rifiutando il resto
con un timido “grazie” quando sei affamato.
È viva la tua anima? Allora, che possa nutrirsi!
Non lasciare balconi che tu non abbia scalato;
né seni nivei che tu non abbia premuto;
né teste d’oro di cui dividere il guanciale;
né coppe di vino, quando il vino sia dolce;
né delizie del corpo o dell’anima.
Tu morrai, non c’è dubbio, ma morrai vivendo
in profondità azzurre, rapito e accoppiato,
baciando l’ape regina, la Vita!"

Edgar Lee Masters (Stati Uniti, 1869-1950)

giovedì, giugno 15, 2006



Venezia, 5 maggio 2006

lunedì, giugno 12, 2006

"Che soave zeffiretto"
...zeffiretto...
"questa sera spirera'"
...questa sera spirera'...
"sotto i pini del boschetto..."
...sotto i pini?
"Sotto i pini del boschetto. E gia' il resto capira' "
...certo certo il capirà.


Chioggia, 30 Maggio 2006

giovedì, giugno 01, 2006

Sono felice!
Non so che altro dire!
Sono davvero felice!
Il mondo oggi ha più che mai bisogno di sorrisi!


Mille volte buonanotte...
sorridete...
vi prego!