martedì, aprile 11, 2006

La Terra...


Era una notte di luna piena, non c'erano le stelle e faceva freddo. Vidi l'albero davanti a me, i suoi rami spogli agitati dal vento davano l'impressione di tremare per il gelo dell'inverno. Lo raggiunsi e, quando mi trovai sotto di esso mi sedetti e posai la schiena contro il tronco, portai le ginocchia al petto e le abbracciai per ripararmi.
L'albero mutò. Mi allontanai e fu allora che vidi ciò che stava succedendo: sui rami piu' alti vi erano fiori e frutti maturi, su altri frutti acerbi, su alcuni frutti marci e in decomposizione.
Non capivo come fosse possibile. Abbassai lo sguardo e gridai. Nessun suono uscì dalla mia gola, provai l’istinto di scappare ma le mie gambe non si mossero.
Sui rami piu' bassi, quelli piu' vicini a terra, quelli piu' vicini a me, c'erano uomini e donne, impiccati. I corvi divoravano i loro corpi e sotto ognuno di essi c'era una pozza di sangue.
"Ti odio! Perchè mi hai fatto venire fuori! Per farmi vedere questo?" gridai.
Fu allora che udii di nuovo la tua voce, serena e rilassante, come sempre.
"Ancora non capisci mio giovane fiore? Per anni sei stata rinchiusa ad aspettare di divenire un frutto, però eri ancora troppo acerba per capire cosa ti aspettava. Poi è giunto il momento in cui sei uscita, in cui sei stata abbastanza matura da sapere cosa desideravi. Ti ho mostrato solo ciò che volevi sapere."
Annuii "Le parole che non pronunciamo macerano lentamente nella nostra anima, ma purtroppo i vermi non le divorano mai fino a farle sparire del tutto, gli imperdonabili errori e le occasioni sprecate, idee meravigliose soffocate sul nascere strette da una corda invisibile pendono sulle nostre teste, macchiandoci con il sangue di colpe a volte non commesse, aspettano che qualcun'altro se ne nutra come un rapace affamato. Perdonami per non averlo compreso; sprecavo la vita".
Mi gettai supina sulla neve a guardare un passato immutabile mentre si allontanava. Quella notte c'era la luna piena, lo avevo già notato ma ora mi pareva piu' bella che mai. Ero sotto ad un albero dai rami spogli, non c'erano foglie, non c'erano fiori nè frutti. Eravamo soli, lui ed io.
Immobile, guardavo in alto. Non c'erano le stelle.
Mi alzai, e forse fu allora che mi resi conto che non avrei mai piu' udito la tua voce.
Posai la mano sulla corteccia, osservai le tue fronde agitate dal vento e ti ringraziai. "Addio" sussurrai.
Mi incamminai verso un nuovo giorno.
Stavolta non avrei esitato; nulla di ciò che avevo dentro sarebbe andato perduto.
Sarei andata oltre quella porta alla ricerca di un cielo stellato.

1 commento:

Kia ha detto...

Grazie, sono proprio contenta che tu sia venuta a trovarmi.
Metto subito il tuo blog tra i miei link!